01/01/1970

MONDI

MONDI

«L’Africa non ha bisogno di commiserazione, ma di rispetto e di giustizia.» Padre Venanzio Milani, comboniano, racconta il Congo. «È la Svizzera dell’Africa. Bellissima, ma muore di fame e di povertà.» Si parla d’Africa al Film Festival della Lessinia, nell’incontro dedicato a Virgilio Grossule, medico di Bosco Chiesanuova partito per andare laggiù agli inizi del secolo scorso. E torna, ricorrente come un mantra in questa edizione, la tematica di questo strano animale, l’uomo, che distrugge, impoverisce, sconvolge. E poi è solo. C’è la solitudine delle tre sorelle andine del drammatico film “Las Niñas Quispe” e quella del villaggio dormitorio di Suberg raccontata dal documentario di Simon Baumann. «È il mio paese, ci sono nato, e dopo quarant’anni mi sono reso conto che ci vivevo senza conoscere nessuno», racconta il regista ospite del Festival. Siamo nel cuore della Svizzera, dove il benessere è diffuso e non discutibile, per tutti. Eppure non ci sono luoghi d’incontro, la vita sociale è ridotta al minimo, si vive dentro un ordinato e puntuale senso di desolazione. Manca poco che il regista, e protagonista del film, venga preso a fucilate quando tenta di avvicinarsi alle case dei suoi compaesani per incontrarli. «In Africa se hai fame, se hai sete, se hai bisogno di ospitalità sarai sempre accolto», aggiunge padre Venanzio. Due mondi, l’Africa e la Svizzera. I soldi che impoveriscono il Congo sono anche nelle banche di Suberg.

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