MUT
Giulio Squillacciotti / Italia / 2024 / 18 min / Colore
È ancora buio quando la giornata inizia, in alpeggio. Due ragazzi compiono i gesti antichi della mungitura, poi, mentre i genitori fanno il formaggio sul camino della malga, si perdono a giocare sul loro telefono, per poi inforcare la moto trial. Siamo sulle alture del bergamasco. Nel dialetto locale, montagna si dice mut. Lassù le mucche pascolano placide, mentre i due ragazzi camminano nel bosco per poi occuparsi del recinto elettrificato, ignorando gli escursionisti che camminano loro in fianco. La giornata in alpeggio diventa l’allegoria di tutta la stagione estiva. I gesti dei ragazzi sono gli stessi di quelli compiuti da chi la lavorato quassù prima di loro e perpetuarli significa essere un ponte con chi li compirà dopo di loro. Girato in un formato che evoca il vecchio 4:3 e occhieggia ai formati verticali dei contenuti video dei nostri smartphone, il film è un delicato ritratto che profuma di passato senza nostalgia, mostra il presente senza retorica, suggerisce senza forzature un futuro possibile.
Giulio Squillacciotti
Artista e regista, è nato a Roma nel 1982. Dopo aver studiato Storia dell’Arte e Lettere a Roma e Barcellona, si è specializzato in Arti Visive presso lo IUAV di Venezia. Successivamente è stato borsista presso la Jan Van Eyck Academie di Maastricht, dove ha sviluppato il progetto What Has Left Since We Left (2021). Le sue opere sono state esposte e proiettate, tra gli altri, alla Biennale di Architettura di Venezia e al Centre Pompidou di Parigi.
